Sfogliando vecchi testi di zoologia universitari mi sono imbattuto in un argomento molto bello ed altrettanto utile: le scogliere coralline. Ho voluto riportarlo e renderlo pubblico perché effettivamente risponde a molte domande degli acquariofili marini.
Innanzitutto potremmo farci un’idea molto chiara su cosa possa essere in realtà una roccia viva, come si formano le rocce su cui poggiano i coralli; perché l’acqua marina che accoglie SPS deve essere povera di nutrienti o perché è importante la luce. Anche se qui è meglio andare a leggere l’articolo di Luca Omini sull’illuminazione (lo trovi qui), perché molte volte il concetto di illuminazione in acquariofilia è fin troppo abusato e indirizzato in favore del mercato e non del nostro acquario-ecosistema.
Il testo che segue è un estratto dal libro: “Zoologia degli invertebrati” Ruppert & Barnes; Edizione Piccin. (il testo è stato rielaborato solo in alcuni punti per renderlo maggiormente comprensibile)
Le scogliere coralline
Le scogliere coralline sono strutture calcaree, tropicali, di acqua bassa, che accolgono una grande varietà di piante e animali marini. Una caratteristica esclusiva delle scogliere coralline è che sono costruite da una gran parte degli animali che la abitano. Tra tutti gli organismi in grado di secernere carbonato di calcio e che contribuiscono fortemente alla costruzione delle scogliere le sclerattinie sono i più importanti. Le scogliere coralline si trovano in acque basse che arrivano entro i 60 metri di profondità. I coralli che costruiscono le scogliere contengono nel loro gastroderma alghe simbionti (le ormai famose zooxantelle), che hanno bisogno di luce per la fotosintesi.
Perciò la distribuzione verticale delle scogliere è limitata alla profondità entro cui penetra la luce. A causa della loro dipendenza dalla luce, le scogliere richiedono acque limpide. Perciò si trovano solo dove l’acqua circostante contiene quantità relativamente basse di materiali sospesi, cioè acque poco torbide e poco produttive.
Un’altra limitazione alla distribuzione delle scogliere coralline è determinata dalla loro esigenza di acque calde. Ecco perché si trovano solo nei mari tropicali e subtropicali, dove la temperatura media dell’acqua non scende al di sotto dei 20°C. Esistono scogliere solo nella regione caraibica, nell’Oceano Indiano e nella parte tropicale dell’Oceano Pacifico. Quindi i due parametri fondamentali dell’ecosistema delle scogliere coralline sono:
- Acqua calda (20-28°C)
- Luce (acqua limpida).
Struttura delle scogliere
Si possono riconoscere 3 tipi di scogliere in base alla loro struttura ed al substrato.
- Scogliere marginali: sporgono verso il mare direttamente dalla spiaggia. Circondano le isole e sono il tipo di scogliere più famose al mondo.
- Scogliere a vallo: sono separate dalla terraferma da una laguna. La Great Barrier Reef australiana è la più lunga del mondo: si estende per oltre 1600 km lungo la costa nord-orientale australiana. Un’altra lunga barriera è situata tra Messico e Guatemala.
- Atolli: poggiano sulla sommità di vulcani sommersi. Di solito sono circolari od ovali con una laguna centrale. Parti della piattaforma della scogliera possono emergere come una o più isole. Nell’Indo-Pacifico sono presenti più di 300 atolli.
Tutte e tre le scogliere presentano profili abbastanza simili, ma le condizioni ambientali differiscono tra le varie zone, quindi gli organismi che le popolano hanno differenti esigenze in termini di habitat. Le specie di Acropora ad esempio, sono solo 3 nel Mar dei Caraibi mentre nell’Indo Pacifico esistono oltre 150 specie di Acropora ed oltre 200 nella Great Barrier Reef australiana.
Ecosistema di scogliera
Gran parte delle lunghezze d’onda blu della luce che attraversano la zona fotica del mare sono disperse dalle molecole dell’acqua. I materiali sospesi come plancton e detriti, tendono a riflettere le lunghezze d’onda gialle. Così, i mari con grande quantità di plancton (alta produttività), sono tipicamente di colore verde. Inoltre, la penetrazione della luce nei mari con alta produttività è ridotta e la estinzione della luce avviene rapidamente sotto la superficie.
L’acqua limpida, cioè con poco plancton (bassa produttività), è blu. Il blu infatti, è detto il colore dei “deserti del mare”. È in queste acque povere che si insediano le più grandi barriere coralline. Gli organismi di scogliera sono per la maggior parte bentonici e contengono un’enorme popolazione di zooxantelle simbionti. Le zooxantelle sono alla base della catena alimentare e costituiscono una fonte di energia tanto importante che le scogliere sono considerate autotrofe: la produttività primaria è anche la principale fonte di approvvigionamento nella scogliera.
Anche il plancton (presente in piccolissime quantità, ma comunque presente) è una fonte alimentare della scogliera, compresi i coralli che risiedono più in superficie.
La maggior parte di questo plancton si forma fuori della scogliera e viene trasportato dalle correnti.
La formazione della scogliera
La costruzione della scogliera comporta sia fasi costruttive che fasi distruttive.
Le sclerattinie e gli scheletri più grossi formano il telaio della piattaforma, mentre il materiale scheletrico più fine, forma il “cemento”. La fase distruttiva può iniziare molto prima della morte di una colonia di coralli. Qualsiasi superficie esposta del corallo è attaccata da organismi perforatori come spugne e bivalvi. Quando una colonia muore, lo scheletro viene letteralmente crivellato da organismi perforatori. Alla fine anche un grande corallo verrà sbriciolato o frammentato in poco tempo.
La durata è legata dalla quantità di detriti fini prodotti dagli organismi frammentatori nel loro scavare. Questo materiale si accumula fino a che gli organismi perforatori stessi non vengono sepolti dai loro stessi detriti. A questo punto termina il processo di perforazione. I detriti prodotti dalle perforazioni, i gusci di alghe calcaree, di spugne, di gorgonie, coralli, molluschi ecc. se fermano nelle fessure e nei buchi e lentamente riempiono gli spazi tra i pezzi più grossi dell’intelaiatura. La cementificazione di questo materiale avviene entro 10 o 15 centimetri dalla superficie.
Le scogliere possono crescere smisuratamente verso il mare, mentre la loro crescita verticale, cioè in profondità, è limitata dalla trasparenza dell’acqua ed ovviamente dalla luce.
Ora abbiamo gettato le basi. Capire cosa sia una scogliera corallina, come i forma e perché è presente solo in determinate acque è fondamentale per allevare coscienziosamente e consapevolmente in nostri coralli in vasca.
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