Questo articolo sui 7 errori comuni commessi dai neofiti è scritto da Narcissa Evans, autrice del libro Lumache e Bivalvi d’acqua dolce e salmastra.
Il fritto misto
L’entusiasmo del neofita lo abbiamo sperimentato tutti sulla nostra pelle (e su quella dei pesci, purtroppo) e la tentazione di comprare tutti i pesci del negozio è forte quasi quanto quella di buttarli immediatamente in vasca e la maggior parte dei negozianti non vedrà l’ora di soddisfarla, così si torna a casa con le borse piene di bellissimi pesci colorati ed il portafoglio vuoto e dopo nemmeno un mese l’80% dei pesci sarà morta e rimarranno solo quelli aggressivi e robusti che nel giro di poco tempo, molto probabilmente, diventeranno enormi!
Questo è forse tra i 7 errori comuni, l’errore che commettono tutti coloro che si approcciano per la prima volta all’acquariofilia. Ciò perché nell’immaginario comune, l’acquario è ancora solo un recipiente d’acqua con dei pesci, ma la realtà è che i pesci sono animali molto delicati e vanno abbinati in maniera molto accurata tenendo conto di fattori come la densità di popolazione, la taglia, i valori dell’acqua, il comportamento sociale, l’alimentazione, la posizione che occupano in vasca (fondale, centrale, superficiale), la prospettiva di vita, ecc..
Infine il biotopo (ovvero le condizioni ambientali che hanno in natura: legni, rocce, piante, tipo di fondale, ecc..). Prima di acquistare un qualsiasi pesce, bisogna informarsi molto bene delle condizioni che vanno garantite all’animale, altrimenti si finisce con i soldi buttati nel cesso.. assieme al pesce morto.
7 errori comuni: i mini acquari
Un altro errore molto comune è quello per cui si pensa che più la vasca sia piccola e più sarà facile da gestire, perciò molti neofiti come prima esperienza si orientano su vaschette da 30 litri o ancora peggio sulle bocce (ormai illegali in diverse regioni italiane, vedi REGOLAMENTO SULLA TUTELA DEGLI ANIMALI. VIII – ANIMALI ACQUATICI, art. 50, 51, 52).
La verità è l’opposto: le vasche grandi più facilmente sviluppano un ecosistema autonomo sul quale non bisogna metter mano ed è molto più difficile che l’acqua si inquini, per esempio per la morte di un organismo, perché il rapporto tra la quantità dell’acqua ed il soggetto inquinante è molto ridotto (a meno che si tenga un Pleco in 100 litri), mi spiego meglio: se muore un Guppy in una vaschetta da 30 litri (che manco dovrebbe starci) e non lo si tira in tempo fuori, l’acqua si inquinerà nel giro di un paio di giorni, ma se lo stesso Guppy morisse in un vasca da 150l, farebbe da concime per le piante; inoltre nelle vasche più grandi si potranno mettere pesci più grandi, che nella maggior parte dei casi sono anche quelli più robusti (come per esempio i Nigrofasciatum o gli Ancistrus), mentre non è detto che un pesce di taglia piccola debba stare in un litraggio ridotto (come per esempio i Neon che pur essendo piccolini necessitano di vasche molto lunghe per via del fatto che vanno inseriti in banchi di minimo 10 esemplari e hanno bisogno di spazio per “scorrazzare” in vasca come fossero uno sciame di api),e notate bene: nei negozi spesso vengono venduti cuccioli di pesci molto grandi che quindi sembrano piccoli, un esempio classico è l’Oscar (Astronotus ocellatus) o il curioso pesce coltello fantasma (Apteronotus albifrons).
Come prima esperienza consiglio vasche da 100/150 litri con filtri interni estraibili.
Arredamento e scelta delle piante
Agli organismi che ospitiamo va garantito un habitat idoneo, che rispecchi il più possibile le condizioni che troverebbero in natura, o per lo meno che dovrebbero trovare (evitiamo di inserire buste di plastica in acquari marini per riprodurre l’habitat, ormai, marino).
Per questo è altamente sconsigliato l’inserimento in vasca di piante finte (molti materiali cinesi rilasciano in acqua sostanze tossiche), ciottoli di vetro, fondali colorati (i fondali di colori non naturali mandano in confusione i pesci, stressandoli), ecc.
Ed è assolutamente vietato inserire in vasche dolci conchiglie vere.
Per quanto riguarda le piante vive: sono indispensabili e anche loro, come gli animali, hanno diverse esigenze a seconda della specie e vanno strettamente abbinate tra di loro ed al biotopo dei pesci, per questo motivo prima di acquistare una pianta bisogna informarsi in merito alle sue esigenze tanto quanto ci si informa su quelle dei pesci; ci sono piante rosse bellissime, ma per mantenerle tali bisogna fornire parecchia luce, Co2 e fertilizzante, perciò se siete dei neofiti dovete puntare su piante più semplici e di facile gestione, ma non meno belle: Anubias, Cryptocoryne, Bucephalandra, galleggianti varie, Najas, Riccia fluitans, Hydrocotyle, Nynphea, Sessiflora, ecc.
Lasciate perdere praticelli vari e piante rosse come la Proserpinaca o la Ludwiga che sono rosse perché vengono bombardate di nutrienti e deperiranno in vasche poco attrezzate.
Un’altra cosa: le “palline di muschio” sono in verità Cladophore e sono delle alghe. Hanno quella forma perché in natura crescono nei fiumi dove rotolano sul fondale assumendo la forma tondeggiante e in acquari senza corrente si scomporranno in poco tempo, inoltre se si usano dei prodotti anti-alghe per combattere quelle unicellulare o filamentose, si uccideranno anche le Cladophore.
Errori comuni: la questione lumache
Questo argomento è ancora un tabù non soltanto per i neofiti, ma anche per molti acquariofili con anni di esperienza, perché fino a pochi anni fa non veniva mai affrontato e non c’erano studi abbastanza approfonditi in merito, ma adesso la questione è chiara.
Le lumache acquatiche sono organismi indispensabili per la formazione di un ecosistema autonomo tanto quanto lo sono le piante, ma anche loro vanno abbinate al biotopo della vasca e agli altri organismi ospitati (molte lumache d’acqua salmastra vengono vendute come specie d’acqua dolce, mentre le vere lumache d’acqua dolce vengono definite infestanti per ignoranza), ma quello delle lumache è un argomento tanto lungo quanto complesso che per saperne di più vi consiglio di dare un’occhiata alla sezione invertebrati e gasteropodi, e per saperne ancora di più, potete acquistare il libro “Lumache e Bivalvi d’acqua dolce e salmastra in acquariofilia“. Le cose più importanti sono: non esistono lumache infestanti; le Neritine, Clithon, Faunus sono tutte d’acqua salmastra.
le Marisa, Pomacea Glauca e Pomacea Canaliculata sono le uniche specie che mangiano le piante sane (le ultime due, inoltre, sono lumache da acqua-terrario), mentre le Asolene mangiano solo le piante da praticello.
La tortura del pesce rosso e la faccenda dei “pesci pulitori”
Quello che comunemente viene chiamato “pesce rosso” è il Carassius Auratus, un pesce della grande famiglia delle comuni carpe europee e di quelle asiatiche (Koi). Qui risiede uno degli errori comuni che forse è meglio chiamare orrore.
Come ben sappiamo, le carpe sono pesci grandi e anche se il Carassius Auratus solitamente non cresce quanto una carpa, comunque ci si avvicina molto, ma purtroppo è forse il pesce più maltrattato di tutti e viene venduto quando è ancora un cucciolo piccolo e grazioso per essere inserito in vaschette minuscole o, ancora peggio, in bocce di vetro o vasi!
In realtà sono pesci da laghetto che possono vivere anche fino a 30 anni.
In acquario muoiono dopo poco tempo (dai 2 mesi ai 4 anni di vita), perciò è come comprare un cucciolo di cane al terzo mese, trattarlo male e farlo morire ad 1 anno, pensando che sia vissuto a lungo.
L’altra versione “pesce rosso” è l’Oranda. Questi pesci non sono altro che mutazioni del classico Carassius Auratus e anche se non crescono in lunghezza, crescono in larghezza e altezza, diventando delle palle con le pinne, per il resto hanno le esigenze identiche a quelle descritte prima per il carassio!
Il concetto del pesce che cresce in base al litraggio in cui si trova è completamente sbagliato! I pesci di taglia grande in vasche piccole semplicemente muoiono prima, oppure si ammalano di nanismo, deformandosi e poi, comunque, morendo prima del dovuto.
Un’altra categoria di pesci maltrattati dai neofiti sono i così detti “pesci pulitori“. I più comuni sono: Cory, Ancistrus (spesso,in verità, sono cuccioli di Plecostomus), Otocinclus e Botia. Questi pesci vengono venduti come spazzini, ma muoiono di fame, perché in verità non si nutrono di cacca e i soli resti del cibo che lasciano cadere gli altri pesci di superficie. Non gli bastano: vanno alimentati con pastiglie da fondo e verdure sbollentate.
Errori comuni: la maturazione dell’acqua
Quando avviai il mio primo acquario (50 litri) non sapevo che l’acqua dovesse maturare: pensavo che bastasse riempirlo con l’acqua del rubinetto e buttarci dentro i pesci; ed è ciò che molti neofiti fanno, ma è sbagliato.
Prima di inserire qualsiasi organismo vivente nella vasca (che siano pesci, piante, invertebrati o gasteropodi) bisogna lasciare che l’acqua maturi.
Ovvero che si formino e si stabilizzino le colonie batteriche all’interno del filtro, che il cloro evapori (sempre presente nell’acqua del rubinetto) e che una moltitudine di processi chimici, che adesso non starò ad elencare per non diventare noiosa, abbia luogo e termini.
Il periodo di maturazione dipende dal litraggio dell’acqua ed è influenzato anche da fattori come la temperatura, la quantità di cloro presente nell’acqua e dal fatto se nel frattempo interveniamo o meno: si trovano in commercio molti prodotti che promettono di accelerare il processo di maturazione, ma fanno solo danni: in acquariofilia bisogna avere molta pazienza e lasciare che la natura faccia il proprio lavoro.
L’unica cosa che si può fare per tagliare un po’ i tempi (specialmente nelle vasche molto grandi) è quella di inserire piante che si nutrono di nitrati e sono per la maggior parte le galleggianti: Lemna, Pistia, Limnobium, Najas, Ceratophyllum, Salvinia, Ricciocarpos, ecc.
Io consiglio la Lemna minor perché è molto economica e a crescita rapidissima.
Sano come un pesce”

Questo detto deriva dal fatto che nell’immaginario comune i pesci sono sani finché non si ammalano la prima volta per poi morire, ma non è proprio così, o, per lo meno, non in cattività. Tra gli errori comuni dei neofiti rientrano sicuramente anche le malattie dei nostri amici pinnuti.
Le malattie dei pesci sono ben distinguibili fra loro e sono curabili, se si interviene in tempo. Perciò se ritenete che il vostro pesce si stia comportando in modo strano o che abbia un aspetto insolito, non date per scontato che la sua ora sia arrivata: chiedete ad una persona esperta in materia che vi saprà consigliare la cura adatta (tranquilli, non andrete a spendere un occhio della testa come per un ricovero dal veterinario).
Tutto il team di Acquario Come Fare ringrazia per questa splendida guida Narcissa Evans, autrice del libro Lumache e Bivalvi d’acqua dolce e salmastra.
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