Dalla sezione Chimica e Veterinaria, il nostro Luca Omini ci propone un nuovo articolo descrittivo su uno dei più comuni parassiti dei pesci.
Tra i vari parassiti esterni che possono attaccare i pesci d’acqua dolce, alcuni dei più comuni sono i crostacei copepodi di acqua dolce del genere Lernaea.
Figura 1: immagine ingrandita di una femmina di Lernaea. Notare a sinistra, l’apparato buccale con le 4 “ancore” usate per attaccarsi ai tessuti dell’ospite
I copepodi sono crostacei diffusi sia nelle acque dolci che in quelle salate. Possono essere planctonici (e quindi nuotare liberi in acqua) oppure bentonici (passano la vita attaccati ad un substrato). Alcuni sono eurialini (ovvero possono vivere a diversi valori di salinità dell’acqua) ed alcuni sono parassiti di altri organismi.
Il ciclo di vita della Lernaea
Il ciclo vitale di un copepode prevede che dalla schiusa dell’uovo esca una larva chiamata nauplio, che, dopo 5 o 6 mute, si trasforma in copepodita, una forma molto simile all’adulto ma con un numero di segmenti addominali inferiore. Dopo altre 5 mute si avrà il copepode adulto. La durata di questo ciclo vitale è variabile, da una settimana a un mese, a seconda della specie interessata e delle condizioni in cui vive (temperatura, salinità, ecc).
Il genere che ci interessa, Lernaea, ha un ciclo vitale compreso tra 18 e 25 giorni. L’uovo impiega 24-36 ore per schiudersi e nel giro di circa 4 giorni i naupli, che sono liberi di nuotare in ambiente acquatico, raggiungono il primo stadio di copepodita.
Evoluzione a parassita
A questo punto diventano parassiti e si stabiliscono prevalentemente a livello delle branchie dove, nell’arco di circa una settimana, completano le rimanenti 5 mute per raggiungere lo stadio adulto. Maschi e femmine si accoppiano durante il penultimo stadio di copepodita.
Successivamente il maschio muore nell’arco di 24 ore, mentre la femmina si ancora ai tessuti dell’ospite (solitamente pesce o anfibio) con gli appositi organi situati a livello buccale ed inizia a produrre le uova (si stima una produzione di almeno 250 uova ogni due settimane per un periodo di almeno 16 settimane).
Figura 2: in questa immagine è possibile vedere un comune pesce rosso con numerose femmine attaccate sul fianco
I nostri pesci si possono infettare attraverso l’introduzione di acqua contaminata con naupli oppure di pesci con parassiti già presenti sul corpo o nelle branchie.
Benché l’obiettivo di un parassita non sia quello di far morire il proprio ospite, inevitabilmente questo tipo di parassitosi espone il pesce ad un danno:
- meccanico (la testa della femmina che penetra nei tessuti) e
- biologico (abbassamento delle difese immunitarie a causa dello stress e ferite aperte attraverso le quali possono penetrare batteri patogeni).
Figura 3: particolare della reazione infiammatoria a livello del punto di ancoraggio del parassita.
Terapia per curare la Lernaea
Sono state proposte diverse terapie, come per esempio l’uso di bagni con permanganato di potassio. Tuttavia, le uniche cure efficaci prevedono la rimozione meccanica del parassita (con pinzette o quant’altro) oppure l’uso di antiparassitari specifici, solitamente somministrati per iniezione. Da non sottovalutare anche l’uso di antibiotici per tenere sotto controllo un’eventuale infezione batterica.
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