Calloplesiops Altivelis: alla scoperta del betta marino o pesce cometa


Calloplesiops altivelis - betta marino

Con il suo corpo marrone scuro ricoperto da una miriade di minuscoli puntini bianchi e blu, il Calloplesiops altivelis o pesce Cometa (conosciuto anche come Betta Marino perché ricorda il Betta Splendens) è davvero uno spettacolo abbagliante da contemplare. Avendolo in acquario scoprirai anche che è anche una specie molto robusta nonostante il suo aspetto un po’ delicato e la sua natura molto timida. C’è da dire che dovrai avere cura nel selezionare i giusti compagni per questa specie indo-pacifica, oltre che un allestimento dell’acquario appropriato. 

Tratti fisici del Calloplesiops Altivelis

La dimensione massima riportata per questa specie secondo FishBase è di circa 20 centimetri. Oltre al colore davvero caratteristico, il Calloplesiops altivelis ha lunghe pinne dorsali e anali che incontrano la pinna caudale. Un ocello prominente, (che sembra un occhio) appare alla base della pinna dorsale, proprio davanti al peduncolo caudale, mentre i veri occhi del pesce si fondono in modo intelligente con la colorazione del corpo. Combinate, queste caratteristiche rendono difficile determinare in che direzione stia andando il betta marino.

Calloplesiops altivelis
Il Calloplesiops altivelis usa questo stratagemma visivo a proprio vantaggio. Gli esemplari possono essere spesso osservati con le loro teste nascoste all’interno di crepe nel reef o in acquari rendendo visibili solo le loro estremità posteriori. In questa presentazione, si potrebbe confondere il Cometa con la più pericolosa murena a bocca bianca (Gymnothorax meleagris), proteggendosi da eventuali predatori.

Calloplesiops altivelis
Da lontano, questo cometa parzialmente nascosto può somigliare alla testa di una murena
la somiglianza tra Gymnothorax meleagris e Calloplesiops altivelis
un esemplare di murena a bocca bianca (Gymnothorax meleagris)

Appartenente alla famiglia dei Plesiopidae, il Calloplesiops altivelis è presente in tutto l’Oceano Indiano e Pacifico fino al Mar Rosso e alle Isole Hawaii.

Due specie di pesce cometa

Esiste in realtà un’altra specie di Calloplesiops. Oltre al classico Betta Marino, infatti, è riconosciuto anche in Calloplesiops Argus. Le due specie hanno un aspetto molto simile, ma C. argus ha punti più piccoli, linee blu invece di macchie sulle pinne pelviche e non accoppiate, ed altre sottili differenze poco riconoscibili.

Nel corso degli anni, gli scienziati hanno fatto diversi dietrofront sul fatto che queste siano in realtà due specie diverse. Ma attualmente sono riconosciuti come distinti. In ogni caso, il Calloplesiops argus è molto raro, quindi è molto più probabile imbattersi nel Calloplesiops altivelis in ambito acquariofilo.

pesce cometa Calloplesiops altivelis
Calloplesiops altivelis

Alimentazione

Questa è un’area in cui la pazienza degli acquariofili è sicuramente una virtù. Gli esemplari appena introdotti possono essere molto riluttanti a nutrirsi inizialmente, e spesso gli alimenti vivi, come i gamberetti, sono necessari per suscitare una risposta nutrizionale. Inoltre, la condivisione dell’acquario con specie vivaci e territoriali, può impedirgli di ottenere la sua giusta quantità di cibo. Una volta che l’esemplare inizia a nutrirsi e si adatta bene al suo ambiente, potrai svezzarlo con mangimi vivi, cibi carnosi, come vongole tritate, gamberetti, calamari, ecc.

Alloggiamento del Calloplesiops Altivelis in acquario

Il Calloplesiops altivelis oltre ad essere timido, è anche di natura notturna, quindi assicurati di fornire al tuo betta marino anfratti e fessure in cui ritirarsi. I nuovi esemplari possono sparire nella rocciata e rimanerci nascosti anche per parecchi giorni. Fornirgli un’illuminazione soffusa e un ambiente tranquillo, incoraggeranno il nuovo arrivato a trascorrere più tempo allo scoperto. Per quanto riguarda le dimensioni della vasca, non andrei mai sotto i 200 litri.

Compatibilità con altri pesci

Come già accennato, devi stare attento a scegliere compagni non aggressivi o voraci. Ma tieni presente che, nonostante sia timido, è comunque un predatore che può tendere un agguato a qualsiasi pesce o crostaceo abbastanza piccolo da poter essere inghiottito.

Tecnicamente, il betta marino è assolutamente sicuro per la barriera corallina, ma gli esemplari mantenuti sotto un’intensa illuminazione, probabilmente non usciranno molto spesso dal loro nascondiglio fino a quando le luci non si spengono.


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